giovedì 15 novembre 2012

Il cerchio si chiude. O si apre.

Eccomi qui. A battere dita e pensieri sulla tastiera del mio laptop. Oggi e' l'ultimo giorno di Sydney, ultimo giorno di Australia, ultimo giorno di questa mia avventura qua sotto. Le sensazioni sono strane e sfumate. Un anno, pero', se poi ci pensi bene non e' nemmeno troppo tempo, tant'e' che passa relativamente in fretta, ma le abitudini che ti sei dato, i contesti che hai osservato ed hai vissuto, quelli restano in mente, restano dentro.
Mi piace pensare di aver imparato molte piu' cose di me stesso in un anno vissuto cosi' all'avventura, vedendo cosa succede giorno per giorno, a dispetto ad esempio di aver iniziato/proseguito la mia esperienza professionale.
Pianificando si, ma senza essere rigido. Facendo scelte si, ma che non avrebbero compromesso carriere o amicizie.
Da questo modo di vivere, discutibile per l'amor del cielo, ho afferrato e appreso una cosa fondamentale: adattarmi. Non solo.
Ho imparato a prendere la vita piu' serenamente, focalizzandomi sugli aspetti che piu' mi incuriosiscono e che piu' ritengo utili e importanti, per me. Ho migliorato la confidenza in me stesso anche grazie ai numerosi feedback positivi che ho ricevuto da altre persone, percependo il mio valore, come essere umano intendo. Ho capito che non c'e' solo una strada dritta e tracciata senza vie di fuga per raggiungere un obiettivo, ma ci sono sentieri meno selciati e meno illuminati in cui ti puoi perdere, ma che ti portano comunque ad una bella destinazione. E che l'obiettivo e' magari perdersi in questi sentieri. Ho realizzato quanto sia deliziosa la fiducia, sempre ripagata e la condivisione. Ho parlato con gente di varie etnie, cercando di eliminare pregiudizi e paure, quindi a confrontarmi. Ho imparato a dormire in ostelli in camerate da dieci, dodici persone, dove potevi lasciare passaporto, cellulare, computer, sul letto alla vista di tutti, lasciare la stanza e tornare dopo cinque ore e ritrovare tutto intatto. Ho appreso a lamentarmi meno possibile, a campeggiare in tenda con due gradi centigradi e pioggia, apprezzando la vita nella sua normalita', diversita' e quotidianita' anche se non sei un Premier di una nazione, un cantante o un atleta di successo. E chissa' quante altre cose ho imparato, che non mi vengono in mente.
E' incredibile il numero di persone che vive un' espererienza di questo tipo, e ancora piu' assurdo come puo' risultare totalmente differente il solito viaggio nell'altro lato del mondo da una persona all'altra. A me e' piaciuta scriverla, a modo mio.
Sono arrivato "sotto un cielo diverso", un cielo che mi e' servito per arrivare a capire e dire quel che ho scritto sopra, un cielo che mi ha aiutato a leggere in tanti modi dentro altrettante persone piu' o meno frequentate, ma che alla fine non e' poi tanto "diverso". Quello che cambia sei te, la tua attitudine e la tua interpretazione. Te stesso, l'unica cosa che hai a disposizione per intrufolarti e capire sempre piu', la cosa piu' stupenda che c'e': il mondo e i suoi abitanti. Vorrei chiudere anche se non e' farina del mio sacco, con uno spaccato del libro che sto stranamente leggendo, ma che calza perfettamente a pennello.

"Questo mondo e' una meraviglia. Non c'e' niente da fare e' una meraviglia. E se riesci a sentirti parte di questa meraviglia - ma non tu, con i tuoi occhi e i tuoi due piedi: se Tu, questa essenza di te, sente d'essere parte di questa meraviglia- ma che vuoi di piu', che vuoi di piu'? Una macchina nuova?" 

T.Terzani, La fine e' il mio inizio.

lunedì 8 ottobre 2012

Il titolo non ha importanza

Ayers Rock. Uluru Kata-Tjuta National Park. Sono vicino alla grande e mistica massa rossa, ma non ho ancora osservato albe o tramonti su di essa. Ad esser sincero forse lo farò domani.
Dico forse perchè ancora non sappiamo come sistemare la situazione cane. Cane? Cosa c'entra un cane con Ayers Rock e con me? Vi spiego.
Sono di nuovo salito in macchina di perfetti sconosciuti. Dave, Australiano di vicino Wollongong e Paul, Neozelandese mezzo Figi di Auckland ed un cane. Ecco spiegato.
Mi fermerò con tutta probabilità ad Adelaide, dove pubblicherò il post, ma non posso certo mancare di far capire chi sono questi due tipi. E il cane. Senza soffermarmi troppo su quel che ho fatto e visto finora.
Anche perchè diciamolo, per vedere cosa vedo o non vedo, basta viaggiare su google maps e digitare qualche luogo che vi nomino e il giochino è fatto. Parrebbe di una noiosità mortale spiegare dai tasti di un netbook, a mo' di diario, ho fatto questo ho fatto quello. Bla bla bla.
Partiamo con Paul, il kiwi. Alto, snello, capelli lunghi ed ampiamente tatuato. Esperto conoscitore di musica, è venuto in Australia per farsi due mesi di volontariato in un villaggio aborigeno, mosso dalla passione di conoscere di più quello che è stata l'Australia.
Testa calda, caldissima, racconti del suo passato tra risse, party, droghe ed incontri di box. Personaggio interessante tuttavia, un bachelor degree in Botanica ed un lavoro prima in Auckland, poi in Melbourne come chef, dimostrano comunque che è un tipo sveglio e spigliato. E si vede.
Segni particolari: scuoiatore di canguri. Sulla Tanami Road, che collega Halls Creek ad Alice Spings, ne abbiamo arrotato uno. Succede. La mossa successiva è stata quella di scendere e prenderne la carne, scuoiandolo direttamente con un normalissimo coltello da cucina. Operazione compiuta. Chi non lo farebbe in Italia con un leprotto in periodo di caccia? Lui giura che è stato il primo.
Dave, l'Australiano. Un pazzo alla guida del suo Toyota Land Cruiser. Grezzo come un animale e superficiale all'ennesima potenza. Nonostante questo, tanto di cappello per aver creato da solo un suo business, nella vendita e riparazione di trattori e macchine movimento terra. Amichevole ma parecchio vuoto, è in pausa dal suo lavoro dopo un capriccio che gli è costato lo stato di arresto, susseguito a quello di "good behaviour" in cui è adesso, per aver rubato circa 2 miloni di dollari in materiale, ad una compagnia che non aveva pagato ed era intenzionata a non pagargli un lavoro di 500 $ da lui compiuto.
Un altra testa calda. Ma estremamente alla mano, tante volte mi ha offerto da mangiare e da bere, senza chieder niente in cambio.
Segni particolari: nonostante abbia già visto l'Italia e visitato Firenze, ci tornerebbe di volata ma per vedere Treviglio, dove guarda un po', producono macchine per movimento terra. E chi lo sapeva? Sempre a patto che sia vero, eh.
I due scalmanati, sono persone che si scambiano posizione al volante, invertendosi semplicemente, mentre la macchina continua ad andare a velocità superiori di 100 km/h, sono quelli che han visto una vettura ai bordi della strada, da poco abbandonata e non hanno pensato due volte a prenderne la batteria, visto che una di ricambio fa sempre comodo.
Sono probabilmente persone che se ne avessi letto il curriculum prima di affrontare un viaggio, avrei detto "ma forse è meglio aspettare due giorni qua e vedere che succede", ma proprio perchè siamo in viaggio le cose sono diverse. Come ho già detto altre volte la fiducia tra viaggiatori è una cosa difficile da spiegare ma funziona. Anche senza conoscersi.
Loro vanno un po' troppo di fretta per i miei gusti, per quello non raggiungerò Melbourne con loro, diciamo che han più voglia di guidare che visitare (si son fatti precedentemente Melbourne-Cairns in 3 giorni!). Ma al di là di questo non potrò mai scordarmi il Lunedì scorso, passato per Alice Springs, facendo autostop, per arrivare nei locali poichè troppo distanti per arrivarci a piedi. E tutto il continuo della serata.
Non mi scorderò nemmeno, cosa fanno gli aborigeni ad Alice Springs per poter comprare alcool nei bottle shop. La totalità dei bottle shop è drive-through, ovvero ci passi con la macchina, ordini, ti viene consegnato quel che vuoi, paghi ed esci. Un po' come al Mc Donalds, che ci guidi dentro. Stesso modo. Molti aborigeni che abitano in città sono senza macchina e ricevono un regolare salario dal governo, (una sorta di "scusa ti ho rubato il tuo territorio per farci ciò che voglio, ma tieniti un po' di tue terre, e un po' di miei dollari per settimana basta che rimani nel tuo spazio") non avendo quindi il bisogno di lavorare per vivere. Risultato: si sfondano di alcool. A cui è permesso l'acquisto in quantità ridotte e solo dalle 14.00.
Li vedi quindi alla porta d'entrata del bottle shop, aspettando un taxi che puntale arriva caricandone con lui cinque o sei a volta, solo per farli passare da dentro lo shop ed uscire. Un viaggio lungo 10 metri circa. Divertente, se non pensi a tutti i problemi che ci sono dietro il sipario. E che riporta ad una dura realtà, il razzismo diffuso dei bianchi australiani. Non di tutta l'erba un fascio, ovviamente. Ma questo è un altro par di maniche. Devo ancora parlare del cane.
Red è una pasta di cane, non l'ho mai sentito abbaiare eppure con me è stato subito squisito. Dopo un giorno mi stava addirittura ad ascoltare quando lo richiamavo. In inglese. Non da nessunissimo problema, anzi a volte sembra quasi che non ci sia.
Ma il parco nazionale, non lo accetta al suo interno. Altra regola stupida dei tanti NO australiani. Quindi Dave dovrà trovare il modo di tenere Red da qualche altra parte ma non ai piedi di Ayers Rock.

Aggiornerò con un P.S. da Adelaide come abbiam risolto.

P.S. Ce l'abbiamo fatta. Un po' di corsa, nei loro standard, ma abbiam visto Ayers Rock. Lasciando temporaneamente Red nel caravan park dove avevamo alloggiato la notte precedente.
Scendendo verso dove sono adesso si trovano luoghi dove il tempo sembra essersi fermato a 40 anni fa. Dalle insegne dei negozi, al font delle riviste al design interno ed esterno di qualsiasi ristorante o motel. Pazzesco. Cittadine come Coober Pedy, dove le persone vivono perlo più in case scavate sotto il terreno roccioso e lunare, per difendersi dal caldo torrido diurno e dal freddo pungente notturno, sono squallide e affascinanti allos stesso tempo, anche se io non vorrei mai e poi mai vivere così distante da tutto.
Con i mei compagni di viaggio, ormai diretti in direzione Melbourne, ho passato gli ultimi giorni confermandomi le stesse impressioni, cenando in anguste roadhouse, sperse nel nulla ma stranamente popolate da persone, che tracannavano birra cantando e s'abbuffavano gratuitamente di insalata, gentilmente offerta nel retro cucina del pub. Situazione più che strana. Così come quella di dormire in macchina arrivati ad Adelaide, poco fuori dalla città. Con un freddo che non pativo da lunghi mesi a questa parte.
Paul e Dave, li ricorderò a lungo, ma non mi mancheranno, anche perchè con loro ho speso più soldi del dovuto, anche solo per riempire di gasolio la loro vettura dai costi di locomozione paragonabili ad un yacht. Anche se forse li rivedrò presto in Melbourne.

Adelaide, South Australia. La chiusura del cerchio con Sydney si fa sempre più vicina.

martedì 25 settembre 2012

Prendiamo un passaggio


Kimberly Klub. Backpackers hostel. Broome, Western Australia. Location non prevista, ma va bene così.
Viaggiando da solo, senza rigide tabelle di marcia da rispettare, mi son trovato con (forse) più tempo a disposizione per rientrare a Sydney, che mi son detto "perchè non arrivare a Broome, in molti me ne han parlato bene, se riesco a trovare un passaggio ci vado". Fatto.
Muoversi in Australia, è relativamente semplice e modi per farlo ce ne sono in quantità industriali. Si passa dal viaggio in aereo che ti permette di tagliare in brandelli la terra ed arrivare in città distanti 5000 km in meno di un giorno (non è che mi ecciti poi più di tanto), spostarsi in treno, davvero poco comune, vista il vasto territorio e tratti non troppo coperti, viaggio in bus, grandi compagnie che permettono di spostarti abbastanza velocemente senza però farti battere i piedi in terra se non nelle angoscianti pause in anonime stazioni di servizio o roadhouse se il percorso si snoda attraverso villaggi più remoti, oppure viaggiando avendo a disposizione un proprio veicolo, sia comprato che noleggiato.
Ma non finisce certo qui. Puoi sempre chiedere passaggi in autostop, rischiando però di ritrovarti ad aspettare il passaggio successivo insieme ad una mandria di mucche nel pieno outback, perchè magari chi il passaggio te lo ha dato non vuole arrivare in grandi centri abitati o turistici, oppure puoi affidarti ai vari siti internet come gumtree.au, cosaets.au o alle numerose bacheche con annunci di ricerca compagni di viaggio in ostelli e perchè no, centri commerciali.
Esistono pure le relocation. In breve, devi riportare un mezzo che qualcun altro ha noleggiato, perchè serve in un'altra città, che non è quella in cui è adesso. Magari tu vuoi andare proprio dove il campervan deve essere depositato nuovamente e te becchi due piccioni con una fava. Tempo limitato ma costi ridottissimi, visto che ti viene rimborsata quasi la totalità del carburante utilizzato.
Per quanto mi riguarda ho viaggiato da Cairns fino a Darwin in compagnia di tre miei amici. Claudio, italiano di Milano, Niklas e Anton svedesi di Hassela. Inutile dire quanto sia più vivo e divertente un viaggio in maccchina con persone che conosci e con cui ricorderai per una vita intera questa esperienza condivisa. Bello perchè, ti racconti aneddoti mentre campeggi all'aperto la sera sotto un cielo tempestato di stelle, racconti storie di quello che si è fatto di quel che si vuole fare, di vita passata, trovando cose in comune. Si ha da imparare e conoscere qualcosa da tutti. Nessuno escluso. Adesso loro sono in Darwin alla ricerca di un lavoro nelle farm di mango, gli mando un altro in bocca al lupo virtuale!
Da Darwin a Broome ho invece preso un passaggio da una coppia francese di Grenoble, che ho contattato su gumtree appunto, Yannick e Aurelie. Come me ha preso un passaggio anche Nadine, tedesca di Berlino. I transalpini hanno preso un anno di gap dai loro lavori decidendo di partire in un'avventura intorno al globo. Atterrati in Cina, passati per la Mongolia e l'Indonesia ed arrivati a Darwin, a farsi i suoi tre mesi in the land down under, per poi proseguire in Nouva Zelanda, Sud America e terminare in Messico. Padroni anch'essi di un blog di viaggio, magari con più foto del mio, ci siamo scambiati anche l'indirizzo, ve lo linko, visto che sarò probabilmente inserito in uno dei loro video che in ogni nazione producono. http://puravida-trip.blogspot.fr/
In fin dei conti, viaggiare conoscendo persone, è poroprio una delle cose fighe dell'Australia. Australia è affascinante anche per questa opportunità, posti belli è pieno il mondo ma nazioni dove puoi procedere la visita villaggio per villaggio ce ne sono poche è l'Australia è una di queste. Potrai essere più o meno fortunato, magari caratterialmente non avrai troppo da scambiare a volte con le persone con cui viaggi, ma il rispetto e la fiducia reciproca che ho incontrato fino ad adesso, è una spinta positiva esagerata. Tutti son qui per viaggiare, e tutti ci si aiuta a vicenda. Le mele marce che ho trovato fino ad ora, le conto su mezza mano.
L'Australia è una terra con una natura imbarazzante e forse unica nel suo genere, adesso che sto iniziando a vederne un po' di più, ma ha un grande difetto. Un difetto che la mia Italia proprio non ha. La monotonia. Qui puoi viaggiare per 2000 km senza che il territorio faccia una piega. Quasi come corressimo su un tapirulan. Poi però, vedi un' alba o un tramonto e rimani con la bava alla bocca. Pro e contro.
L'Australia è fatta proprio per viaggiare in 4 ruote, con le sue aree di sosta organizzate, dove seppur nel mezzo del niente non manca la carta igienica nelle toilette.
L'Australiani sono dei geni del marketing e stanno vendendo bene la bellezza della loro terra. Anche dove non ci sarebbe niente da vedere. Organizzano tour per vedere i coccodrilli all'interno di cabine di vetro, oppure per farsi dare in braccio koala, serpenti ed anche baby coccodrilli, organizzano escursioni in barca per pescare barramundi. Chiedendo fior fior di dollaroni. Finchè trovano turisti lobotomizzati buon per loro. Ecco in Italia non saremmo capaci, sarebbe una situazione che non si verrebbe mai a verificare. Non so se forse perchè siamo più furbi o più scemi. Ma vorrei vedere chi andrebbe a farsi un giro nel Padule di Fucecchio (che vergogna non ci sono mai stato pur abitandoci vicino) se gli venissero chiesti 100 euro. Ebbene qui, son sicuro che certi australiani sarebbero disposti a farlo. Forse siam più furbi.
Viaggiando e conoscendo persone vedi anche come e quanto manca la propria terra a chi ha deciso di rimanerne fuori per lungo periodo di tempo. Generalmente i latini, tendono a fare paragoni su tutto. Dal cibo ai luoghi, dai prezzi alle regole. Celando spesso una voglia di tornare ed un maggior senso di appartenenza.
Differente è il pensiero comune di molti nord europei, insomma dai crucchi in su, includendoci anche il Regno Unito. Loro stan bene qua, sono poco intenzionati a tornare nella loro patria anche se poi arriverà il giorno, ma tendono a prolungare il più possibile la loro permanenza. E' una cosa, che se ti sforzi un po' puoi capire. In fin dei conti in nazioni come l'Italia, la Spagna, la Francia, c'è un bel clima per quasi tutto l'anno, sei in mezzo a persone solari, circondato da buon cibo una cultura viva e meravigliose città da vedere e campagne da visitare. Agli altri, cosa gli deve mancare di casa loro: i - 15/20°C invernali? I prodotti tipici della cucina? La Porta di Brandeburgo? Facile da capire adesso.
Quanto a me, pur avendo molti altri giri da fare e poco meno di due mesi per prendermi l'aereo che mi riporterà nella madre patria, mi sta venendo un po' di curiosità di vedere come si sono evolute le cose li dove vivo, dove ho lasciato i miei vecchi amici e la mia famiglia. Forse perchè so già di tornare nuovamente in Australia prossimamente, ma spesso penso a come potrà essere strano il mio rientro.
Però prima fatemi fare ancora per un po' il gypsy, senza casa, assaporando albe e tramonti, con il vento in faccia, conoscendo qualche altra nuova vita, dormendo in tenda senza materasso, sacco a pelo e via, svegliato dal cinguettio assordante dei centinaia di uccelli che popolano l'aria. Oddio, quelli rompono un po' le scatole a dirla tutta.

lunedì 20 agosto 2012

Full immersion


Ad Airlie Beach, quando piove puoi fare ben poco.
Certo, puoi sempre ubriacarti senza nessuna ragione, come mandrie di inglesi fanno, ma essendo qua da solo e volendoci stare giusto il tempo per il boat tour sulle Whitsunday Island, lascio perdere.
Provo invece a togliere le ceneri dal blog e ravvivarlo, con le memorie di un blogger quasi perso.
Gli ultimi tre mesi sono stati un full immersion di così tante cose che devo fare un elenco per descriverle e non perdermi:

- full immersion di zucchine
- full immersion di persone
- full immersion di idee 

Full immersion di zucchine:
" Give me your vegetables! ". Si, perchè l'unico frutto dell'amor è la zucchina.
Ne ho pieni gli occhi e non solo dopo 72 giorni di lavoro in Lewis Farm. Questa locata a Claire è stata il mio nuovo datore di lavoro da Maggio fino a Sabato scorso.
La mia mansione è stata quella di bucketboy, tradotto letteralmente in italiano, di ragazzo secchio. Fin dal primo giorno mi han dato in possesso un Land Rover Defender annata 79' con il quale mi muovevo tra i campi distibuendo secchi vuoti e riprendendo quelli pieni da i pickers, coloro che raccolgono i frutti dalla pianta. Una volta riempito il pick up, portavo il tutto allo shed, lo stabilimento, dove scaricavo i secchi pieni in una vasca di lavaggio per poi ritornare sul campo e fare la stessa zuppa per tutta la giornata lavorativa.
Nel complesso, il tutto è facilitato dalla grande famiglia, noi ragazzi dell'ostello. Compagnia, battute e consapevolezza di farsi il mazzo tutti insieme, alleggeriscono ogni giornata, ed alla fine il ricordo è piacevole e quasi malinconico.

Full immersion di persone:
Si. Questo è un deciso full immersion.
Persone di tutto il mondo che si ritrovano a condividere un pezzo della loro vita in un ostello dentro ad una cittadina isolata nel nulla del nord-est australiano.
La condivisione merita un paragrafo a parte.
Per come la vedo, per come l'ho presa ed interpretata, la condivisione è una molla per la felicità. Condividi e sarai felice, senza problemi e senza preoccupazioni.
Ritorniamo al mio full immersion.
Ottanta/cento gli abitanti di questo micro cosmo in legno. L'effetto che si crea è quello di una maxi famiglia.
I legami dopo questi tre mesi si sono fatti forti, a volte fin troppo forti per decidere di partire nuovamente all'avventura da solo, riniziando da zero. Ma questo è quello che ho voluto e voglio e che magari mi porterà a incrociare destini ancora più intriganti o divertenti.
Potrei scrivere paginate su molte delle persone incontrate, ma non lo farò. La popolazione è mista e non sempre uguale, l'ostello è sempre e comunque un posto di passaggio.
Inglesi, tedeschi e asiatici la fanno da padrona, ma non si fanno certo mancare francesi, qualche italiano e scandinavi. In realtà questo non ha importanza perchè alla fine non conta niente da dove vieni e di cosa sei fatto. I tuoi problemi, le tue preoccupazioni e le tue paure sono quelle degli altri e non ci sono migliori o peggiori. Personalmente ho avuto alcuni problemi ad entrare in contatto con persone asiatiche, ma ciò non significa che non abbia notato la loro gentilezza mista timidezza. Persone stra buone.
In situazioni come queste penso davvero che chi tenta di dividerci e mostrarci diversi, nel mondo reale, perde solo il suo tempo.
Alcune delle faccie conosciute le porterò dentro tutta la vita, pur sapendo che molte di loro sarò destinato a incontrarle di nuovo, magari fuori da un contesto strano come quello in cui le ho conosciute. Un' esperienza come questa te la porterai dentro, per sempre. Persone come Lele, Jan, Lauren, Nicolas, Leanne per voi son solo nomi per me è vita viva. Sangue che ribolle. Ne ho detti cinque, forse i più importanti ma non posso scordarmi di molti altri come Susann, Steffen, Robin, Matteo, Lara, Claudio, Camilla, Chris, Gaelle, Pierre, Chesney, Kayleigh, John, Sam e scusate se mi scordo qualcuno, ma sto scrivendo a ruota libera quel che mi passa in testa, senza correzioni, senza analisi. Persone speciali, persone che hanno fatto di questa mia esperienza una cosa speciale.
Da parte mia, anche se già l'avevo notato nella mia vita precedente, quella italiana, si sta rafforzando l'idea e la consapevolezza in me stesso di come generalmente riesco a farmi voler bene da tutti, per quello che sono. Non importa da dove vengono, che lingua parlino. Non potete capire come questo mi renda orgoglioso di me stesso. Scusate il momento di superbia. :)
Questo mi fa capire che non avrei problemi a vivere in qualsiasi parte della terra, pur avendone vista una briciola per adesso.

Full immersion di idee:
Lodate siano le idee e le persone che le hanno in testa. Non so se esista una correlazione tra essere open mind ed avere idee, ma io ce la trovo. Sicuramente, viaggiare e fare esperienze di questo tipo ti rendono forse troppo open mind.
Io mi sa che inizio a preferirmi così, pur sapendo di esser visto come un alieno in una società fondata sul modello standard/occidentale. Non me ne voglia nessuno dei miei amici in Italia, e per amici intendo quelli veri, quelli che capiranno quello che voglio dire, quelli a cui tengo e non devo nominarli perchè lo sanno, ma non mi sono mai sentito così libero di agire come voglio, pur sapendo che questa rischia di essere solo una parentesi della mia vita.
Farsi idee ascoltando racconti e spunti altrui è un gran bel modo per far lavorare quel tuo lato del cervello. Le mie hanno iniziato a viaggiare a velocità doppia, provando a trovare percorsi alternativi dopo una morte ignobile, quella del nostro Mitsubishi Pajero. Adesso riposa in Alva Beach deceduto dopo essere affogato dentro l'alta marea oceanica. Io proprietario non colpevole ho ricevuto indietro la mia parte, a livello economico intendo, da Nicolas il quale non se l'è sentita di proseguire la sua avventura in Australia, costellata da troppe delusioni ed è volato di nuovo in Francia. A casa.
Non descriverò l'accaduto, è solo successo. E' solo per spiegare i motivi per cui adesso viaggio da solo e senza mezzi.
Nel turbinio di idee che ho in testa proverò a realizzare il mio nuovo tour australe passando da Cairns, Darwin, Alice Springs, Adelaide, Melbourne (magari la Great Ocean Road in bicicletta) e di nuovo Sydney. Magari trovando passaggi in macchina, camper o van, considerando che è più semplice di qello che si possa pensare.
Il ritorno in Italia è previsto per metà Novembre ma ci sono molte altre cose che ho programmato e che voglio rendere realtà. Certo il tempo è sempre troppo poco per quello che vuoi fare e la lista fin troppo piena. Senza considerare qualsiasi tipo di variante/intoppo/nuovi incontri/nuove idee, che posson venire fuori. Però per me questa è vita, che ci posso fare?

In attesa di altre full immersion mentali, domani è programmata una vera e propria immersione nelle celesti acque della barriera corallina. Le Whitsunday mi aspettano insieme all'Atlantic Clippers, un vassello con 50 persone a bordo con cui spendere le mie prossime giornate nell emisfero del sud.
Arrivederci a non so quando, le difficoltà di tenere un blog aggiornato, sono per me abissali, ma mai dire mai! 

giovedì 17 maggio 2012

Love is in the Ayr. Insomma mica troppa.


Qui Ayr, North Queensland.
Se la lunghezza di un post esprimesse il buon umore, quest'inchiostro potrebbe essere già abbastanza.
Sto scrivendo su carta, quella "preziosa" che la mia amica Berta, spagnola, conosciuta a Sydney, mi ha regalato sottoforma di diario/notes book, sapendo che non avrei potuto tenere il blog aggiornato, causa assenza non sporadica di connessioni internet.
Abbiamo terminato la nostra esperienza a Pomona, conoscendo in parte la vita di una famiglia australiana, tagliando legna, pitturando case, ripulendo alberi di banane - ho scoperto che un piccolo albero in sei mesi può crescere più di un metro - e soprattutto combattendo flotte armate di formiche, che ogni mattina avevi il "piacere" di osservare, mentre si facevano scorpacciate di briciole, che rimanevano come ignare prede, su acquaio o pavimento o entravano direttamente per la via principale, quella della credenza. Una lotta impari, anche se ogni mattina decimavavamo la loro popolazione, loro, la volta dopo si presentavano con il coltello tra i denti e più in gamba di prima.
La nostra ultima cena in casa è combaciata con un evento a sorpresa: Jonathan, uno dei due figli, ha introdotto alla sua famiglia la sua nuova fidanzata, Jenny. La tavolata è composta dalla nuova giovane coppia nel ruolo di nuova giovane coppia, Nix e Rita nel ruolo di genitori, Cedric nel ruolo di fratello maggiore ed infine Paolo e Nicolas, comparse europee nel ruolo di imparzialissimi giudici, con l'arduo compito di decidere le sorti della nuova coppia, un po' come nel colosseo romano, gli imperatori decidevano con il loro pollice, le sorti dei gladiatori dell'arena. Come l'uomo del monte, abbiamo detto si, e la cena è filata liscia. Alle 7.30 avevamo finito. Perchè qui si inizia presto: 6/6.30 sei già a muovere le mascelle.
Da Pomona ci dirigiamo a nord. 1000 chilometri di speranza, non ripagata per arrivare più o meno dove sono adesso. Nel mezzo escursioni esagerate, come quelle in Fraser Island, una lingua di sola sabbia, con i suoi 100 e più chilometri da esplorare in 4x4 tra laghi e oceano non balneabile causa massiccia presenza di squali ed Eungella National Park ad ovest di Mackay tratto di foresta pluviale incontaminata, così tanto che per infettarla un po' il nostro Pajero ha pensato bene di fare fiamme e fuochi d'artificio dal cofano, prontamente spente dalle nostre cisterne d'acqua che ci portiamo dietro. Siamo ripartiti, comunque.
La strada che ti passa davanti, ti spara troppo, troppo verde. Mucche e cavalli che pascolano ogni dove, campi di canna da zucchero, come si dovesse produrre in Australia tutto il dolcificante per la popolazione terrestre che per una aliena. Ad affascinare il paesaggio, ci pensano i tanti alberi che nati e messi a caso, che osservi e scorgi per chilometri. Senza che nessuno gli abbia piantati li, in fila pronti per essere utilizzati come carta o legna da ardere.
On the road ti confronti con le decine di camion che in barba alla distanza di sicurezza, quasi ti spingono e ti superano appena possono, forti dei loro 30 metri e più di lunghezza. E questi son piccoli in confronto con quelli che puoi trovare nell'arido e rosso deserto. Così dicono.
Non vi parlo di come procede la ricerca lavoro. Non sono pronto. Il problema in breve è la mafia che è stata creata tra i farmer e gli ostelli che danno lavoro. Se alloggi in un ostello, forse dopo un paio di settimane hai un lavoro, altrimenti niente. Questo in tutto il Queensland. Appurato. In tutto ciò gli ostelli sono pieni, come le mie scatole. Aspettare per poter lavorare, aspettare per poter viaggiare. Mia mamma mi apostrofa dicendo: "T'è andata troppo bene a Sydney, aspettati un po' di problemi". Deh! L'ha chiamati per direttissima!
Ok, la vita va presa come viene, ma qui sinceramente non so che cosa farò domani o forse oggi pomeriggio. Senza tormentarmi troppo dovrei pensare che la vita è davvero l'insieme di cose che ti capitano mentre ti stai preoccupando di altre. Ma è un mantra difficile da applicare. Mah, chiederò informazioni a Berta che m'è l'ha scritto sulla prima pagina del mio nuovo compagno di viaggio.
Alla prossima, chissà quando e chissà dove. Passo e chiudo.